La cessione del quinto è un tipo di prestito personale garantito dallo stipendio o dalla pensione del richiedente, che prevede la restituzione del capitale e degli interessi mediante trattenuta diretta sulla busta paga o sulla pensione. Tuttavia, può accadere che l’azienda o l’ente pensionistico si rifiuti di accettare la richiesta di cessione del quinto presentata dal richiedente. Ecco cosa succede in questo caso.
I motivi del rifiuto
Prima di tutto, è importante capire quali possono essere i motivi del rifiuto da parte dell’azienda o dell’ente pensionistico. In genere, l’azienda può rifiutarsi di effettuare la trattenuta sulla busta paga per diverse ragioni, ad esempio:
– Lavoratore precario: se il richiedente ha un contratto di lavoro a tempo determinato o se è autonomo, l’azienda potrebbe non accettare la cessione del quinto in quanto non è in grado di garantire la continuità del reddito.
– Già impegnato: se il richiedente ha già in corso altre trattenute sulla busta paga (ad esempio per un altro prestito), l’azienda potrebbe rifiutare la cessione del quinto in quanto il limite massimo delle trattenute è già stato raggiunto.
– Superamento limite: se il richiedente ha già raggiunto il limite massimo di trattenute consentito dalla legge, l’azienda non può accettare la cessione del quinto.
– Azienda non convenzionata: se l’azienda non ha stipulato una convenzione con la banca o l’istituto finanziario che eroga il prestito, potrebbe non accettare la cessione del quinto.
Nel caso delle pensioni, invece, l’ente pensionistico può rifiutarsi di accettare la cessione del quinto per motivi come:
– Pensione troppo bassa: se la pensione del richiedente è troppo bassa, l’ente pensionistico potrebbe rifiutare la cessione del quinto in quanto il vincolo della trattenuta potrebbe mettere a rischio la sussistenza del richiedente.
– Pensione già impegnata: se il richiedente ha già in corso altre trattenute sulla pensione, l’ente pensionistico potrebbe rifiutare la cessione del quinto in quanto il limite massimo delle trattenute è già stato raggiunto.
– Pensione non vitalizia: se la pensione del richiedente non è vitalizia (ad esempio se si tratta di un assegno temporaneo o di reversibilità), l’ente pensionistico potrebbe rifiutare la cessione del quinto in quanto non può garantire la continuità del reddito.
In ogni caso, l’azienda o l’ente pensionistico sono tenuti a motivare il rifiuto della cessione del quinto.
Cosa può fare il richiedente
Se l’azienda o l’ente pensionistico rifiuta la cessione del quinto, il richiedente può ricorrere al giudice competente per far valere i propri diritti. In particolare, il richiedente può presentare un ricorso al giudice del lavoro o al giudice di pace (nel caso di pensionati) per ottenere l’autorizzazione alla cessione del quinto.
Il giudice, valutati i motivi del rifiuto dell’azienda o dell’ente pensionistico, può decidere di autorizzare la trattenuta sulla busta paga o sulla pensione del richiedente. Inoltre, il giudice può anche disporre il risarcimento del danno in caso di rifiuto ingiustificato.
In alternativa, il richiedente può anche cercare un’altra azienda o un altro ente pensionistico che accetti la cessione del quinto. In questo caso, è importante valutare attentamente le condizioni del prestito (tasso di interesse, durata, costi accessori) per evitare di incorrere in situazioni di sovraindebitamento.
Conclusioni
In sintesi, se l’azienda o l’ente pensionistico rifiuta la cessione del quinto, il richiedente può ricorrere al giudice per far valere i propri diritti o cercare altre soluzioni finanziarie. Tuttavia, è importante valutare attentamente la propria situazione finanziaria prima di richiedere un prestito e di verificare se l’azienda o l’ente pensionistico accetta la cessione del quinto prima di presentare la domanda. In questo modo, si evitano situazioni di difficoltà economiche e di sovraindebitamento.